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Visualizzazione dei post da 2017

L' Appetito vien.....cucinando

   Molto utile è  organizzare un momento  di presentazione particolare del Menù  ai genitori  per esporre il tipo di alimentazione  che il nido o la scuola materna  offrono. Organizzate un breve percorso di attività al fine di condividere la preparazione di alcuni piatti   particolarmente graditi ai bambini (il coinvolgimento   della cuoca    è fondamentale). Tali incontri  hanno lo scopo di mostrare nella pratica in che modo vengono cucinati alcuni alimenti appetitosi, gradevoli al gusto dei bambini e, allo stesso tempo, sani.  Nasce così una nuova occasione per i genitori: quella di    vivere il nido in maniera nuova, aperta e partecipata e di  conoscere i segreti della cucina all'asilo, la qualità degli alimenti, le regole di preparazione che garantiscono rispetto e tutela per il benessere di tutti.  Durante gli incontri, la cuoca, nella preparazione dei piatti, potrà  coinvolgere i genitori richiedendo  il loro aiuto  per pulire, mescolare, affettare i vari a

La Fiducia non si improvvisa

E' importante che al rapporto  con le famiglie,  con le educatrici dedichino una particolare attenzione fin dal primo e delicato incontro (colloquio prima dell’inserimento), per iniziare a porre le basi per un “ponte di fiducia”. Diventa compito fondamentale, per mantenere buoni rapporti con le famiglie, la capacità dell’educatrice di ascoltare i genitori. A scoltare il genitore significa non giudicarlo , ma cercare di capire il significato profondo delle sue parole e i sentimenti che vi si celano. Laddove dovesse emergere il conflitto non significa rottura del rapporto, ma questo dovrebbe essere affrontato in  modo maturo per diventare un elemento di crescita e rafforzamento della relazione.  All’interno di ogni comunicazione, che mira  a costruire un legame di qualsiasi tipo, le domande sottese sono sempre le stesse: fino a che punto ciò che l’altro afferma è attendibile? Fino a che punto è opportuno credere alle sue promesse ? Quindi è importante essere credib

L'asilo: un luogo di pedagogia attiva

Il  progetto educativo nella gestione di un servizio assume  una connotazione rilevante se  è  condiviso dagli operatori del servizio stesso.  Non confondiamolo, però,  con la programmazione pratica che delinea il   piano di lavoro annuale d’attività e le  esperienze previste. Un  progetto educativo  si definisce tale se pone  l’attenzione e l’impegno ad “ascoltare” i bisogni dei bambini, ad essere co-promotori con le famiglie della loro crescita, e a configurare l'asilo come luogo di pedagogia attiva , mettendo al centro   il  bambino. Poiché è  importante promuovere una cultura dell’infanzia e per l’infanzia , la  gestione   deve essere contrassegnata dalla dimensione della partecipazione, della disponibilità, della relazione che rimandano ad una concreta pedagogia del servizio il cui obiettivo fondamentale è  il far emergere e il valorizzare, nella pratica della quotidianità, le peculiarità soggettive di ogni bambino. La  preoccupazione pedagogica di ogni o

L’Ambiente a Misura di Bambino: criteri ed iniziative

L’ambiente del nido e della scuola materna deve essere pensato come un luogo per crescere : un “luogo di vita”, dai contorni coerenti, nel quale i piccoli  hanno modo di fare esperienze piacevoli trovando ciascuno il proprio ritmo e le occasioni di condivisione, di comunicazione, di attività e di gioco. L’ambiente-nido_materna è un contesto educativo: ogni oggetto, materiale, gioco sistemato con razionalità diventa strumento educativo, e rispetta i tempi di apprendimento di ogni bambino, poiché ciascuno può operare con modi e dinamiche assolutamente personali . Pensare ed organizzare uno spazio  significa  entrare anche in una dimensione emotiva ed psicologica Questa dinamicità scatta con tutte le cose presenti nell'asilo perché sono a misura fisica, psichica ed emotiva dei bambini. E’ importante che ogni oggetto abbia un posto preciso e sia facilmente raggiungibile. L’ordine è utile per favorire la gestione delle cose da parte dei bambini: mettere in ordin

Progettare la Cura, Progettare i momenti di routines

La vita quotidiana al nido e alla scuola dell'infanzia è scandita da momenti di cura che occupano una buona parte della giornata dei bambini, delle educatrici, delle ausiliarie/assistenti; è importante coinvolgere anche queste ultime nella progettazione delle cure di routine poiché la loro presenza e  le loro azioni possono sostenere la qualità educativa di questi momenti. E' davvero importante valorizzare la potenzialità educative delle routine: infatti e'  fondamentale riflettere sul significato implicito dei messaggi lanciati ai bambini nei momenti di cura, poiché parlare di vita quotidiana significa riflettere sulla relazione, sul tempo e sullo spazio. Nel progettare i momenti di routine dobbiamo sforzarci di porre l’attenzione a “come” si agisce, piuttosto che a “cosa” si fa. “Le routine rappresentano eventi e situazioni che pur avendo luogo in condizioni di collettività, come il piccolo gruppo o il gruppo di sezione,richiedono un’attenzione privilegiate i

L'importanza degli spazi per "sentirsi a casa"

E’ utile pertanto organizzare angoli riconoscibili e specializzati . Lo spazio deve consentire , secondo noi, la relazione con l’adulto e tra par i, consentire gli scambi, ma nello stesso tempo garantire il bisogno di intimità: deve essere perciò sufficientemente grande, ma non troppo perché altrimenti diventa dispersivo e poco identificabile “Un ambiente è tale in ragione dei suoi confini: ciò che lo delimita è anche ciò che contribuisce ad  identificarlo e a farcelo percepire come tale. Le Pareti forniscono identità ad uno spazio, lo circoscrivono, lo definiscono. Su di esse oggetti e materiali propongono informazioni,provocano attenzione, emozione ed aiutano a costruire sensazioni e conoscenze. Punti di appoggio, le pareti contengono le esperienze  e le storie dei bambini: sono anch’esse ispirazioni  e luogo per attività ed intenzioni educative” ( M.C. Stradi, Organizzare gli spazi-nido , Junior, Bergamo 2000) Nello stesso tempo è bene ricordarsi che i bambini sperim

Accoglienza, Inserimento, trasparenza e dialogo

I valori che , sostengono l’accoglienza sono la trasparenza ed il dialogo . La trasparenza deve essere un invito a farsi vedere e conoscere, consapevoli del lavoro che si svolge, una trasparenza che significa: “conosco la mia identità professionale e non ho timori a farla conoscere e viverla in un confronto“ Il dialogo vede nell’altro non il portatore di esigenze contrarie e contrapposte alle proprie, ma il diverso che arricchisce e diventa quindi potenzialità di crescita.  Accogliere ed inserire i bambini al nido significa , da parte dell’adulto, concepirsi come “ tramite” mediante il quale il bambino conosce se stesso e si introduce, attraverso una relazione autentica, nella realtà nuova ed originale del nido. Ecco perché, ad esempio, è importante  dedicare uno spazio specifico nel quale effettuare il primo saluto di benvenuto, in questo caso anche la certezza di trovare in quell’ambiente un educatore che accoglie diviene  per il bambino parte di un rituale rassicurante

Il rapporto di Fiducia

Il rapporto di fiducia con le famiglie è il primo passo per mantenere e definire una struttura educativa di Qualità. Ma quali sono le condizioni in grado di costruire realmente un rapporto fiduciario? Innanzitutto occorre specificare che con il termine fiducia si intende la certezza (sia per il bimbo che per la famiglia) che quel luogo e quelle persone (che rappresentano il nido) corrispondono a ciò che si desidera veramente. Partendo da questo, è più che mai evidente, che si tratta di un cammino, un percorso educativo nel quale ognuno ricopre un ruolo determinante. La fiducia pertanto non si improvvisa, né si acquisisce una volta per tutte; la si conquista gradualmente, la si costruisce giorno per giorno, la si rinnova periodicamente e la si mantiene quotidianamente, mettendosi in gioco dentro i rapporti  e dando sempre la massima attenzione all’ altro. Le domande che i genitori “naturalmente” si fanno sono sempre le stesse e cioè “fino a che punto ciò ch

Un contesto di educazione

Nel colloqui con i  genitori, è necessario dettagliare con molta attenzione l’organizzazione della giornata: è indispensabile che  sappiano con chiarezza cosa fanno i bimbi al nido nei vari momenti; questo  li rassicura e li rende partecipi del tempo che trascorrono lontani da loro.  Anche per queste ragioni, è opportuno adottare un sistema di gestione certificato, che dia molto spazio all’ organizzazione della giornata  e che pertanto sia un utile strumento di comunicazione con le famiglie. Con l’ottenimento della certificazione di qualità è possibile  creare un metodo sia organizzativo - gestionale che pedagogico: la normativa ISO, se applicata con metodo, contribuisce efficacemente alla realizzazione di una gestione ordinata e trasparente, con un alto livello di qualità. Le relazioni devono  rappresentare il tema principale e non solo quella con i bambini, ma anche quella fra colleghi e con i genitori. È fondamentale “avere sempre presente la famiglia”: ad esempio, si pos

L'Accoglienza e l'Aver Cura

L’ “ Aver cura” è essenziale: vuol dire innanzitutto facilitare la leggibilità dell’ambiente da parte del bambino, perché al nido inizia a fare un’esperienza significativa per la sua crescita.  Ma significa anche garantire un’alta qualità dell’esperienza dandogli chiavi di lettura emotive e cognitive per il controllo della situazione e la sua conseguente scoperta ed esplorazione. L’obiettivo di ogni struttura educativa è quello di costruire un punto di riferimento e di confronto per le famiglie sulle modalità di educazione del bambino, sulle aspettative e sui problemi del ruolo parentale e sulle prospettive culturali più ampie. Il principio, che deve animare i servizi, è quello di vigilare e far crescere i bimbi affidati, cercando di accoglierli quotidianamente insieme alle loro famiglie, creando così un rapporto di scambio e collaborazione. Il tema dell’Accoglienza, e delle sue modalità di realizzazione pratica, resta il cardine principale su cui ruotano tutte le attivit

Integrazioni organizzative tra nido e materna: continuità con la scuola dell'infanzia

Un breve cenno sul Port - folio Per permettere la  continuità  tra nido e materna occorre  redarre un dossier che descriva ·          i percorsi seguiti ·          i processi educativi raggiunti ·        una documentazione di elaborati che offra indicazioni sui tempi di apprendimento, gli interessi, le attitudini, le aspirazioni del bambino In questo modo le educatrici del nido offrono alle insegnanti della scuola materna tutti gli elementi per una migliore conoscenza dei ritmi e della maturazione del bambino.  Questo documento diviene un documento strettamente personale e va compilato per presentare la storia del bambino all’interno del nido. Possiamo seguire a tale scopo i seguenti criteri: Ø   la raccolta dei prodotti fatti dai bambini Ø   le prove significative di ciascuno Ø   le considerazioni sui lavori personali Ø   i dati che emergono dall’osservazione, dai colloqui educatrici-genitori,  dai colloqui con il bambino . Inoltre, dove è possibile,

L'asilo che piace alle mamme

La cosa più importante  è di  identificare l’asilo come luogo di reale accoglienza per le famiglie: occorre pertanto tendere in tal senso in tutte le fasi del metodo educativo e della   gestione. Accogliere e sentirsi accolti genera inevitabilmente un continuo intrecciarsi positivo di relazioni tra educatori e bambini, tra i bambini, tra gli educatori stessi e tra le diverse famiglie. Affinchè una relazione possa funzionare, è necessario altresì che le regole siano conosciute e condivise da tutti, e che possano essere talvolta negoziate: è necessario quindi  mantenere un margine di flessibilità entro il quale far evolvere la relazione, sempre  nel rispetto dell’altro. Tale aspetto è premiante e determinante. Dialogare, ascoltare e dare la giusta attenzione a chi si ha davanti, ci  consente  di vivere le regole all’interno della relazione in una prospettiva di continua condivisione e partecipazione da parte di tutti: educatrici, personale e famiglie. Indubbiamen

Un cammino da raccontare

Ogni giorno nella gestione di una struttura per la prima infanzia si è  richiamati a due caratteristiche semplici ma molto concrete: “accoglienza ” e “aver cura” , concentrando lo sguardo sul bambino e sulla sua famiglia proprio per cogliere la loro presenza quotidiana e andare incontro alle esigenze di ognuno. Se è chiaro che la famiglia deve avere un ruolo decisivo per la qualità del nido, altrettanto l’asilo diventa per molti genitori, in modo particolare per quelli più giovani, la possibilità di confrontarsi tra loro e di ricevere sostegno dagli educatori. Il rapporto che si instaura tra l’educatrice ed  il genitore è fondamentale: tanto più esso diventa vero, tanto più entrambi sono soddisfatti dell’esperienza. Questo permette di vivere con le singole famiglie rapporti personalizzati nel rispetto delle regole dell’asilo. E’ evidente che  il metodo gestionale adottato  deve generare anche in tutto il personale un’affezione al lavoro: da un lato rendere tut

L'AVER CURA E LA TENEREZZA

L’ Aver Cura (Caregiver )   consiste nell’attenzione all’altro, nel saper con-centrare il proprio sguardo sull’altro per coglierne la sua originale presenza.   Solo tale capacità continuativa nel tempo, secondo me,  rende possibile quel grado di conoscenza del bimbo indispensabile nella relazione educativa.  Altro aspetto della dimensione affettiva dell’aver cura è il sentimento della tenerezza che è la  “forma intensa dell’essere presenti all’altro ”, che si esprime nella capacità di proteggere il piccolo nella sua vulnerabilità. Per crescere sano il bambino ha necessità di avvertire la disponibilità di saldi punti di appoggio, di non sentirsi abbandonato. Quindi è  fondamentale essere capaci di una presenza discreta  tale per cui si è percepiti dal bimbo come raggiungibili sempre, come sicuri punti di riferimento.  A mio avviso, l’educatore sa essere presente  quando è capace di una  sensibile  disponibilità , che consiste nel mettere a disposizione le proprie c

AMBIENTAMENTO ALL'ASILO

Il primo inserimento del bambino al nido è percepito molto spesso  come un evento eccezionale. “ L’inserimento  costituisce forse, l’evento più complesso dell’intero lavoro esercitato al nido perché rappresenta l’incontro (non sempre facile) di mondi molto doversi fra loro…..L’esito non è scontato e questo comporta una certa preoccupazione e ansia per tutti…..Il primo inserimento del bambino al nido si configura quindi come una fase di attesa, come un punto di partenza in grado di sortire sviluppi inaspettati per gli stessi attori che lo mettono  in atto” ( Nido D’Infanzia1,B.Q. Borghi, edizione Erickson) Il metodo che ho sempre proposto è quello dell’aver cura , cioè del sostenere il bimbo in modo che percepisca un senso di sicurezza, così come fa la madre quando lo tiene tra le sue braccia.  La separazione progressiva è una condizione necessaria per lo sviluppo : anche se la separazione è un necessità, non vuol dire per questo che avvenga  senza difficoltà, anche perché l’i

GESTIONE ED ORGANIZZAZIONE DOCUMENTALE

IL LAVORO D' EQUIPE

Secondo la  mia esperienza il lavoro d’equipe ha una funzione propositiva e una valenza di contenimento nei confronti della singola educatrice. Considero  l’equipe   una risorsa per affrontare  i problemi educativi, per sostenere gli operatori  nelle loro difficoltà quotidiane, per consentire uno sguardo esterno e quindi più obiettivo verso le relazioni con l’utenza. Evidente l'’importanza del team di lavoro come elemento essenziale per garantire un servizio di qualità . Ma la realtà, a volte,  ci offre racconti di fatiche e difficoltà nel rapporto  tra colleghi. Perché le insoddisfazioni e i malumori del mestiere di educatore riguardano spesso il clima relazionale ? E cosa dire delle riunioni d’equipe, vissute talvolta come una perdita di tempo ? La pratica quotidiana mostra in modo molto evidente che la convivenza con gli altri è una strada tortuosa costellata di incontri faticosi e, a volte, di veri e propri scontri. Cosa evidente è che al nido non si lavora da so

IL COLLETTIVO: L'EQUIPE DI LAVORO

I l primo passo per la creazione di un‘ efficace squadra di lavoro è creare un gruppo equilibrato e diversificato. Il collettivo rappresenta l’incontro-confronto tra gli operatori del nido: coordinatrice, educatrici, cuoca, ausiliarie ; tutti contribuiscono a diversi livelli alla stesura e alla attuazione del progetto educativo . E’ auspicabile trovare all’interno del nido degli spazi preposti all’incontro. Perché la dimensione collegiale è così importante ? Al bambino la compartecipazione del gruppo garantisce la stabilità emotiva, la coerenza dell’azione educativa, e la realizzazione di un luogo che diventa sempre di più un luogo educativo ricco di relazioni : l’unicità del rapporto con la sola educatrice di riferimento non gli permette di diversificare le proprie competenze relazionali. Per i genitori il gruppo garantisce la qualità del servizio esemplificato dalla elaborazione condivisa del progetto educativo. Il rapportarsi a due o tre educatrici consente alla mad