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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

La qualità del Servizio Educativo

La qualità è  la sfida  quotidiana : il nostro impegno principale è la soddisfazione dei bisogni del bambino, delle loro famiglie:  questa  deve essere, secondo me,   una delle caratteristiche più evidenti  della gestione del servizio di asilo nido e di qualsiasi servizio educativo. La rilevazione della qualità percepita dalle famiglie permette di rispondere ai bisogni dei bimbi, delle famiglie, stabilendo un dialogo attraverso il quale è possibile cogliere gli elementi di criticità e decidere le ipotesi di intervento. L’attenzione manifestata per tutti gli utenti  porta a considerare che la qualità percepita, pur non essendo l’unica modalità di valutazione del  servizio, da’ le indicazioni su come adeguare il servizio ai bisogni della totalità degli utenti  e creare un rapporto collaborativo. Nella gestione del servizio gli obiettivi sono  senza dubbio l’affidabilità,la competenza, la cortesia , le modalità di comunicazione, la comprensione dei problemi…. E’ evident

Distribuzione educativa degli spazi

Predisporre un ambiente accogliente significa creare uno spazio, anche psicologico, e offrire un tempo corrispondenti alle esigenze del bambino. Progettare gli spazi al nido non significa riferirsi esclusivamente alla loro distribuzione fisica o alla collocazione di materiali ed arredi, ma vuol dire essenzialmente occuparsi del contesto comunicativo e relazionale che si viene ad instaurare. E’ necessario organizzare piccoli angoli gioco, che favoriscono il formarsi di piccoli gruppi di bambini e privilegiano le relazioni individuali: questo vuol dire agevolare il benessere dei piccoli.   Lo spazio costituisce un elemento qualificante poiché è attraverso di esso che avviene il primo livello di mediazione comunicativa che può facilitare od ostacolare la relazione. Esso si carica di risonanze e di connotazioni soggettive ed indica punti di riferimento rappresentati da persone, oggetti, situazioni. E' fondamentale che le  educatrici abbiano sempre un’attenzione p

Laboratorio di psicomotricità

I bambini comunicano con gli adulti prima con il corpo che con le parole, affermando la loro identità ed esprimendo fisicamente i loro bisogni e le loro emozioni. Il campo delle esperienze della motricità quando guidata in una direzione specifica, contribuisce a costruire identità sul piano corporeo, insegnando al bambino a vivere il proprio corpo con serenità, valorizzandolo nelle sue potenzialità, imparando a guidarlo attraverso un’esperienza ragionata; tutto ciò per vivere con gioia e profitto i rapporti con le altre persone e le cose che fanno parte del suo ambiente di vita. E’ fondamentale che il bambino comprenda di essere “il personaggio chiave” nel suo rapporto con il mondo esterno aiutandolo a sviluppare il suo desiderio di comunicare (anche attraverso la comunicazione non verbale), di creare, di operare. Lo sviluppo motorio riveste un’importanza basilare per la crescita armonica e lo sviluppo complessivo del bambino. Il termine psicomotricità infatti viene
Poiché un corretto rapporto con il   cibo ci aiuta a vivere meglio e più a lungo, è importante trasmettere ai nostri figli una corretta   educazione alimentare, in quanto è innegabile che molte malattie hanno una correlazione diretta con l’ alimentazione. Nel corso di questi anni di lavoro negli asili nido,   mi è capitato di parlare con tante mamme e di confrontarmi con loro su diversi argomenti. Alcune, ad esempio, erano stupite che all’asilo i bambini mangiassero o assaggiassero cibi che a casa era impossibile proporre. Questa è una esperienza molto comune anche nella scuola dell’infanzia, è succede, perché,   mangiare in compagnia è estremamente gratificante: condividere tale momento   con altri   coetanei,   fa sì che mangi per imitazione e perché si sente parte del gruppo.   “Provare” cibi nuovi non deve mai avvenire con forzature, ma deve essere una scelta libera: con alcuni, occorre un po’ più di incoraggiamento; con altri può essere utile l’ascolto, per esem

Alcune riflessioni sull'Osservazione del Bambino

  Uno degli aspetti più importanti e fondamentali della vita al nido e del nostro lavoro educativo è l’osservazione . Che cosa significa osservare il bambino al nido ?   Diverse volte ci siamo posti questa domanda e siamo sempre   giunti alla stessa risposta: significa riuscire a vedere il bambino vero e reale che frequenta il nido, in quel contesto ed in quella specifica fase della sua vita. Per instaurare una relazione significativa con i singoli bambini   e necessario conoscerli e per conoscerli è necessario osservarli, poiché il bambino mostra se stesso attraverso la postura, lo sguardo, il gioco, il linguaggio ed attraverso le relazioni che instaura al nido. Quando e cosa osservare ?   Non c’è un tempo specifico dedicato all’osservazione. L’osservazione ha inizio con il primo incontro che l’educatrice ha con il bambino e con i suoi genitori , durante l’inserimento. Il percorso osservativosegue la vita del bambino al nido. La griglia di

Mangiare deve essere un Piacere!

Poiché un corretto rapporto con il   cibo ci aiuta a vivere meglio e più a lungo, è importante trasmettere ai nostri figli una corretta   educazione alimentare, in quanto è innegabile che molte malattie hanno una correlazione diretta con l’ alimentazione. Nel corso di questi anni di lavoro negli asili nido,   mi è capitato di parlare con tante mamme e di confrontarmi con loro su diversi argomenti. Alcune, ad esempio, erano stupite che all’asilo i bambini mangiassero o assaggiassero cibi che a casa era impossibile proporre. Questa è una esperienza molto comune anche nella scuola dell’infanzia, è succede, perché,   mangiare in compagnia è estremamente gratificante: condividere tale momento   con altri   coetanei,   fa sì che mangi per imitazione e perché si sente parte del gruppo.   “Provare” cibi nuovi non deve mai avvenire con forzature, ma deve essere una scelta libera: con alcuni, occorre un po’ più di incoraggiamento; con altri può essere utile l’ascolto, per esem

Il bambino e il cibo a casa

Il contesto di casa fa sì che il bambino si senta onnipotente perché si trova   nel suo territorio e quindi può cercare di imporre la sua volontà in modo più marcato. Tale comportamento, non deve scoraggiare e agitare i genitori. Il momento del pranzo deve essere   sereno e tranquillo e deve durare un tempo contenuto, facendo concentrare il bimbo sul cibo: questo vuole dire nessuna distrazione, come la televisione. Noi mamme lo sappiamo che alcune volte   nostro figlio   non mangia perché sta covando una malattia; altre, invece, solo perché ha meno fame, come capita anche a noi. Quindi non allarmiamoci subito, ma monitoriamo la situazione, e soprattutto non forziamo il bambino a mangiare, perché il suo organismo si sa autoregolare, e proprio come il nostro, ha, senza dubbio, delle scorte! “Stare bene”   non vuol dire avere molto appetito e quindi   mangiare tanto per poi ingrassare ed avere il problema opposto! Mi è capitato di conoscere bambini   che mangi

Intenti Formativi

Lo sviluppo della socialità   il bambino nel nido ha l’opportunità di sviluppare relazioni diffuse con adulti e altri bambini. Questa esperienza può essere intesa come occasione e risorsa per incrementare al di fuori della famiglia lo sviluppo sociale, e favorire   processi di apprendimento. Il gruppo dei bambini, nelle sue differenti forme organizzative, rappresenta un funzionale dispositivo per il raggiungimento di obiettivi formativi in quanto si attivano processi relazionali di reciproco influenzamento. Lo sviluppo dell’autonomia:   Si rende necessario l'affiancamento dell'adulto che aiuti il bambino a sviluppare le capacità di fare da sè , attraverso iniziali processi di " scaffolding",  evitando sostituzioni alle sue azioni. L’adulto deve essere attento e capace nel proporre esperienze che orientino il bimbo a osservare, riflettere e operare in autonomia le scelte di carattere ludico, pratico e relazionale nella vita del nido. Lo svilupp

L'Esperienza Educativa

L'’esperienza educativa avviene dentro una relazione tra due persone, l’adulto e il bambino: i n questa relazione il bambino trova, fin dalla nascita, la possibilità di apprendere gli elementi della realtà, di sviluppare nuovi rapporti significativi e costruttivi con altre persone, di sviluppare la propria competenza comunicativa ed altri processi simbolici: i bambini, attraverso questa interazione, hanno modo di inserirsi e prendere parte della realtà circostante; hanno bisogno di adulti “garbati” e gentili che stiano insieme a loro “con piacere”, hanno bisogno di “appartenere” e di sentirsi appartenenti a qualcuno, di sentirsi amati, accolti ed ascoltati. Dalla corretta risposta a queste esigenze deriva il sentirsi sicuri di muoversi, agire, conoscere, pensare, scoprire, costruire le prime forme di fiducia negli altri e l’autostima in se stessi. E’ quindi necessaria la presenza di un adulto che non si sostituisce al bambino, ma che lo sostenga, lo affianchi e lo guidi ricono

Piatto Unico o più portate?

Fino ai sei anni è bene offrire al bambino più portate affinchè il suo gusto possa essere educato, suddividendo i sapori. Successivamente, se ci è più comodo, possiamo anche proporre il piatto unico. Per “piatto unico” non intendo un pastone in cui mischiamo tutto insieme solo per fare in modo che il nostro bambino mangi tutto; nella mia esperienza di mamma, ho notato che, quando si costruisce un piatto con tutte le portate distinte, ad esempio un po’ di pasta (carboidrati), carne o pesce o formaggio (le proteine ), verdura cotta o cruda ( magari colorata), facendo attenzione alle giuste proporzioni, i miei figli mangiano tutto, consumando   così un pasto equilibrato. Nella prima infanzia è meglio evitare il “mono piatto”, anche perché il bambino impara a gustare più cose separatamente e così sicuramente troverà qualcosa che gli piace: il nostro obiettivo, infatti, è quello di fargli perlomeno   assaggiare anche ciò che non gli piace. Quindi proponiamo sempre e non imponia