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Le Forme di partecipazione


L’elemento fondamentale di un servizio rivolto alla fascia 0-36 mesi è la relazione tra  educatrice – bambino - genitori.

E’ attorno a questo importante requisito che ruota tutta l’attività psico-pedagogica del nido e il benessere del bambino, in un ambiente che è nuovo e nel contempo diverso da quello familiare.

Poichè non solo cambiano spazi, arredi e materiali, ma anche ritmi e abitudini si scandiscono con modalità e tempi differenziati, tutto ciò comporta al bambino sensazioni di incertezza e di inadeguatezza, che possono venire espresse in modi diversi, attraverso il pianto, il muoversi sfrenatamente, l’agire senza sosta sugli oggetti, l’immobilità , il trattenere…

Ecco emergere allora la competenza dell’educatrice nel preparare la fase dell’accoglienza della famiglia, dove per accoglienza si intende costruire i presupposti per la realizzazione di relazioni  significative tra la  famiglia  e l’educatrice e tra il bambino e l’educatrice.

Il passaggio dall’ambiente naturale e familiare  a quello socio-educativo del nido presuppone due azioni importanti e allo stesso tempo delicate: lo “staccarsi” da persone conosciute per “incontrare” ed essere affidato ad una nuova figura, qual è appunto l’educatrice.

Questo iter implica l’avvio di nuovi ed importanti processi affettivo-relazionali per il bambino, quindi diviene altamente significativa la relazione educatrice-genitori al fine di conoscere le modalità espressive, le abitudini e i ritmi personali del bambino e per collaborare in sintonia sul versante educativo con lo scopo primario di  “far star bene il piccolo al nido” .


La partecipazione e il coinvolgimento dei genitori possono avvenire su svariati piani: dal concordare congiuntamente le modalità dell’inserimento del bambino, al proseguire le proposte educative “dal nido… a casa”, al partecipare ad incontri con esperti, alla realizzazione di materiale per le attività del nido, alle proposte conviviali, e  a tutto quelle altre iniziative che possono essere utili a far  “vivere” il nido ai genitori.

 

Il nido diviene così un luogo di confronto e scambio, uno spazio di accoglienza per riflettere sul proprio ruolo genitoriale, una situazione in cui esprimere ansie e, in caso di necessità, chiedere aiuto.

 

Questa  è la gestione del servizio di nido che a mio parere funziona,  poiché  il nido si arricchisce così di spessore sociale in quanto accoglie non soltanto il singolo bambino, ma l’intera famiglia e contribuisce a sostenere la genitorialità verso la promozione del benessere del proprio figlio.

Ci viene affidata, quindi una grande responsabilità, quella di “accompagnare”, con fiducia, per mano il bambino e i suoi genitori in questa esperienza di crescita e di formazione

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