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Distribuzione educativa degli spazi


Predisporre un ambiente accogliente significa creare uno spazio, anche psicologico, e offrire un tempo corrispondenti alle esigenze del bambino. Progettare gli spazi al nido non significa riferirsi esclusivamente alla loro distribuzione fisica o alla collocazione di materiali ed arredi, ma vuol dire essenzialmente occuparsi del contesto comunicativo e relazionale che si viene ad instaurare.

E’ necessario organizzare piccoli angoli gioco, che favoriscono il formarsi di piccoli gruppi di bambini e privilegiano le relazioni individuali: questo vuol dire agevolare il benessere dei piccoli. 

Lo spazio costituisce un elemento qualificante poiché è attraverso di esso che avviene il primo livello di mediazione comunicativa che può facilitare od ostacolare la relazione. Esso si carica di risonanze e di connotazioni soggettive ed indica punti di riferimento rappresentati da persone, oggetti, situazioni.

Le nostre educatrici hanno sempre un’attenzione particolare affinché il Nido sia principalmente il luogo dell’accoglienza e del benessere e ciò attraverso scelte precise rispetto ai materiali, ai colori, alle immagini per gli spazi murali.

La costituzione delle sale (o sezioni o gruppi) viene realizzata secondo il modello omogeneo per età, per consentire una risposta mirata alle esigenze dei bambini. Ciò ovviamente non esclude l’organizzazione di gruppi eterogenei in alcuni momenti e/o per lo svolgimento di alcune proposte. Lo spazio sia interno che esterno alla sezione e’ suddiviso in "zone", a cui viene assegnata una specifica valenza educativa ed affettiva in relazione ai bisogni del bambino. Queste zone, anche se spesso ed opportunamente comunicanti fra loro, sono sempre separate le une dalle altre, a livello percettivo e funzionale, per favorire la concentrazione e l'attenzione del bambino, la differenziazione delle attività, l'accostamento a materiali nuovi e diversi, l'arricchimento delle esperienze, l'individualizzazione e lo sviluppo relazionale. L’organizzazione degli spazi avviene tenendo conto dei suggerimenti sia dell’ecologia psicologica, sia dei recenti contributi della bioingegneria e è mirata ad offrire angoli diversificati e significativi. Arredi e materiali devono richiamare l’azione, perchè è attraverso l’esperienza che  il bambino apprende cognitivamente. Questo perché il suo pensiero nei primi anni è,come lo definiva Piaget, senso motorio, un pensiero cioè che si avvale delle esperienze motorie e delle percezioni sensoriali per accumulare dati, coordinarli, interiorizzarli: molto vero in questa età il vecchio detto cinese “se faccio capisco” .

“L’apprendimento è un processo di acquisizione della  conoscenza ; attraverso gli scambi con l’ambiente  sia interno che esterno, il bambino costruisce le proprie strutture cognitive  e sviluppa progressivamente le proprie rappresentazioni della realtà” .

 E’ utile pertanto organizzare angoli riconoscibili e specializzati. Lo spazio deve consentire, secondo noi, la relazione con l’adulto e tra pari, consentire gli scambi, ma nello stesso tempo garantire il bisogno di intimità: deve essere perciò sufficientemente grande, ma non troppo perché altrimenti diventa dispersivo e poco identificabile

 

“Un ambiente è tale in ragione dei suoi confini: ciò che lo delimita è anche ciò che contribuisce ad  identificarlo e a farcelo percepire come tale. Le Pareti forniscono identità ad uno spazio, lo circoscrivono, lo definiscono. Su di esse oggetti e materiali propongono informazioni,provocano attenzione, emozione ed aiutano a costruire sensazioni e conoscenze. Punti di appoggio, le pareti contengono le esperienze  e le storie dei bambini: sono anch’esse ispirazioni  e luogo per attività ed intenzioni educative”

( M.C. Stradi, Organizzare gli spazi-nido , Junior, Bergamo 2000)

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