L’aspetto
fondamentale dei rapporti tra i bambini in asilo nido è che questi si svolgono
all’interno di un gruppo più o meno armonico e strutturato, ma sicuramente
contraddistinto dalla dimensione collettiva che in esso acquista lo svolgersi
della vita quotidiana.
I bambini piccoli tra loro avvertono un
sentimento di comunanza, legato alla percezione del loro stato di parità
cognitiva ed affettiva. Questo sentimento può produrre comportamenti di
chiusura del gruppo dei bimbi o di una parte nei confronti degli adulti, così
come è collegato alla nascita e allo sviluppo di relazioni privilegiate
(amicizia).
L'osservazione condotta, dimostra che la frequenza e la
natura dei comportamenti aggressivi variano molto tra la sezione dei semidivezzi (più numerosi atti
aggressivi ) e dei divezzi,dove
l’acquisizione di regole di comportamento
diminuisce gli atti di aggressione
verso gli altri bimbi .
La
riflessione svolta in questi anni tra contesto ambientale ed
aggressività dei bimbi è stata molto stimolante per attuare una
programmazione educativa in continua evoluzione legata sempre ai bisogni dei singoli e adattata alle caratteristiche dei gruppi che
si venivano a formare, al fine di garantire rapporti armoniosi tra i bimbi e un
ambiente in cui egli stesso è insieme
protagonista e scenografo.
Un’altra riflessione ha anche dimostrato una influenza positiva delle relazione tra non coetanei , ad
esempio con momenti di intersezione;
con questo si intendeno creare momenti di conoscenza tra i gruppi, ma senza
spostare i bimbi definitivamente tra una classe e l’altra.
Per questo per alcune attività è utile rifarsi alla teoria dei
“Gruppi apribili” di
Honneger Fresco
“Nelle situazioni familiari i piccoli possono con
tutta calma osservare, seguire in qualche modo le azioni dei fratelli, con
grande arricchimento di tutti. Qualcosa del genere dovrebbe succedere anche
all’interno del nido:non lasciato ci prendere dall’idea di proteggerete
esageratamente il gruppo dei più piccini, chiudendo drasticamente agli altri:un
eccesso di protezione rischia di rendere fragili i bambini di fronte a novità
anche positive e agli imprevisti; li priva di quella spontanea fonte di “ispirazione”
costituita dall’attività degli altri, che a sua volta alimenta nel modo più
naturale iniziative, tentativi di movimento e linguaggio. Conviene dunque
organizzare a volte grupi apribili: i più grandi vanno comunque preparati al
rispetto dei più piccoli che ancora non a cammininano, dei loro spazi (
insegnare loro che sul tappeto non si può passare). Non devono mai entrae in
gran numero. I bambini che hanno da poco incominciato a cammininare proprio
perché così vicini di età sono i meno
adatti ad avvicinare i più piccoli, in quanto non sono in grado di controllare i
propri movimenti, la voglia di afferrare,la direzione dei loro percorsi,abilità
che invece a 2 anni e mezzo o 3 avranno già raggiunto. Per loro il vantaggio è
quello di cominciare per tempo a sperimentare la diversità, ad aspettare,
indirettamente a proteggere chi è più giovane : è incredibile come a 3 anni ne
siano capaci purchè l’ambienete sia calmo e gli adulti consapevolmente non
aggressivi né intrusi”
( G. Honnehìger
Fresco, Un nido per amico, La Meridiana,Molfetta 2001)
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