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Osservare il gruppo di bambini per riflettere e progettare
L'osservazione è utile per ri-pensare le esperienze per i bambini nella collegialità del gruppo di lavoro. Di Gina Laudanna, Educatrice ContestoInfanzia Cooperativa Sociale.
bambino nido colori dipingere
Quando penso ad una possibile esperienza da proporre ad un gruppo di bambini mi pongo sempre un quesito: come offrire proposte adeguate ai loro bisogni e alle loro competenze? Un ottimo sostegno a tale fine è sicuramente dato dall’osservazione attraverso la quale è possibile progettare proposte pedagogicamente connotate, organizzate secondo una logica di intenzionalità ed inserite in una cornice di riferimento.
Osservare per conoscere, comprendere e pensare
L’osservazione del gruppo di bambini diventa quindi elemento imprescindibile della pratica educativa. All’interno di un contesto educativo l’osservazione non deve essere intesa come semplice vedere, guardare o ascoltare, ma piuttosto deve essere pensata come sguardo attento e come ascolto attivo della realtà che ci circonda. Osservare il gruppo dei bambini che abbiamo davanti significa rivestire tale pratica di intenzionalità ed inserirla nella quotidianità del nostro fare. Tale strumento implica ascolto e comprensione, e diviene fondamentale per conoscere, comprendere e poter pensare e ri-pensare le esperienze da proporre ai bambini. La capacità di osservare quotidianamente il gruppo di bambini è elemento imprescindibile della nostra professionalità perché permette di riequilibrare e riadattare le proposte, in base agli obiettivi che ci siamo prefissati, garantendo la possibilità di “regolare” la progettazione educativa.
Condividere per pensare e progettare
Solo in seguito all’osservazione dei bambini e dei loro bisogni è possibile, quindi, pensare ad attività pedagogicamente connotate che possano rispondere ai bisogni reali del gruppo, in generale, e del singolo bambino, in particolare. Ma affinché l’osservazione diventi realmente uno strumento fondamentale nel nostro agire quotidiano con i bambini è necessario che essa sia discussa e condivisa all’interno del gruppo di lavoro. Durante le occasioni di confronto abbiamo la possibilità di riflettere su ciò che è stato osservato nel quotidiano, analizzare e valutare sistematicamente tutto quello che è avvenuto all’interno del contesto.
All’interno del gruppo di lavoro abbiamo modo di discutere e riflettere sul gruppo dei bambini in generale, ma anche sui singoli bambini, sulle loro abilità e sui bisogni che fino a quel momento sono stati “registrati” attraverso l’osservazione. Durante questi momenti, ognuna di noi ha la possibilità di confrontarsi, condividere ciò che avviene e ciò che vive quotidianamente all’interno del servizio. Questa costante condivisione è preziosa per l’intero gruppo di lavoro che ha la possibilità di uno scambio su ciò che è stato osservato nella quotidianità e in generale sulla propria mission. All’interno del gruppo di lavoro prende avvio una riflessione partecipata che ci consente di pensare e progettare esperienze che siano adatte alla realtà, ma soprattutto che siano pensate su e per quel determinato gruppo di bambini.
…e ri-pensare sul proprio agire
In base alla nostra esperienza quotidiana credo che l’osservazione sia una metodologia fondamentale che necessariamente deve accompagnarci nel nostro agire con i bambini e che dobbiamo fare nostra in quanto professioniste dell’educazione. Oltre ad essere un valido strumento nel lavoro con i bambini e con le famiglie, l’atto osservativo è un utile strumento per la riflessione sul proprio agire quotidiano. Una pratica che diventa quindi anche strumento di formazione ed autoformazione. Attraverso la pratica osservativa, la successiva condivisione collegiale abbiamo l’occasione di riflettere e ri-pensare il nostro agire quotidiano… per poter progettare esperienze connotate di significato e corrispondenti ai bisogni reali dei bambini e delle bambine. Un’osservazione che va oltre il semplice atto visivo, che implica il nostro essere e la nostra professionalità perché come ci ricorda Antoine De Saint-Exupéry nel Piccolo Principe “L’essenziale è invisibile agli occhi”.

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