La
progettazione delle attività del nido nasce dall’analisi e dall’ascolto delle
esigenze del singolo bambino, dei suoi bisogni,
del suo livello di sviluppo congnitivo e motorio, dalla sua capacità
relazionale e sociale.
Osservare un bambino
è importante a partire dal momento dell’inserimento e durante tutto il
periodo di permanenza al nido
L’osservazione
nell’ambito del nido consente agli educatori (e in particolare all’educatrice
di riferimento) di :
· conoscere il bambino, rilevarne i progressi, saperne
accogliere e interpretare i segnali , che spesso risultano contraddittori e
difficili da capire;
· individuare le modalità di intervento più idonee al
singolo bambino, permettendo così un’autentica individualizzazione dei percorsi
formativi centrata sulle reali necessità di ciascuno;
· elaborare un contesto psicopedagogico in cui il bambino possa
trovare stimoli adeguati e risposta alle proprie esigenze di sviluppo e di
crescita;
· sottoporre a continua verifica l’atteggiamento
pedagogico delle educatrici.
L’osservazione del bambino va compiuta
nel senso di una totale disponibilità da parte degli educatori a cogliere ed accogliere la realtà del bambino così come essa si
esprime, senza rapportarla ad un modello ideale
e senza anticipare
interpretazioni e definizioni dei comportamenti del bimbo.
Questo
perché ogni bambino è diverso da altri e va colto nella sua specificità.
L’osservazione è uno strumento dinamico e flessibile che accompagna l’attività educativa in ogni
momento e che consente di tenere costantemente sotto controllo il rapporto
educativo con il bambino e con l’adulto.
L’osservazione
del bambino può essere :
·
di carattere sistematico
(es. durante inserimento, attività strutturate)
·
di carattere occasionale
( es.attività libere , giochi preferiti dal bambino)
L’osservazione
del bambino e della coppia madre-bambino è uno degli elementi che
caratterizzano il periodo dell’inserimento come realmente significativo dal
punto di vista educativo. Inizialmente, l’educatrice si pone come osservatrice
della relazione madre-bambino per conoscere entrambi e capire quale stile
educativo il bambino sia abituato, quale tipo di interazione e gioco
preferisca.
Solo
successivamente l’educatrice potrà entrare in interazione, dapprima con la
coppia e poi principalmente con il bambino, mantenendo la figura materna quale
mediatrice della relazione.
Situazione
privilegiata per l’osservazione del bambino è il gioco: dall’osservazione del gioco, solitamente possiamo trarre
importanti informazioni sulla vita emotiva del bambino, sui suoi modelli
familiari, sulla capacità di “far finta”, sulla ricchezza e sulla vivacità
della sua vita emotiva. Per registrare
tutte le osservazioni e fare il
punto sui progressi del bimbo, si possono
utilizzare a metà anno delle griglie di osservazione, utili anche
per poter affrontare i colloqui individuali con le famiglie a metà anno ( febbraio/marzo).
Invece
durante l’anno le educatrici registrano in diari personali le osservazioni sui
bimbi e compilano settimanalmente il “quaderno
di collegamento” ( nido/famiglia), molto utile e molto gradito anche alle
famiglie.
In
conclusione, il percorso da utilizzare, in cui osservazione e
progettazione si uniscono,
consente di conoscere la realtà in cui si opera, di calibrare l’intervento
educativo, di modificarlo tempestivamente, in sintonia con il contesto di continuo cambiamento in
cui si è immerso al nido, di verificare
la validità e l’efficacia.
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