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L'osservazione del Bambino (1)


La progettazione delle attività del nido nasce dall’analisi e dall’ascolto delle esigenze del singolo bambino, dei suoi bisogni,  del suo livello di sviluppo congnitivo e motorio, dalla sua capacità relazionale e sociale.

Osservare un bambino  è importante a partire dal momento dell’inserimento e durante tutto il periodo di permanenza al nido

L’osservazione nell’ambito del nido consente agli educatori (e in particolare all’educatrice di riferimento)  di :

·    conoscere il bambino, rilevarne i progressi, saperne accogliere e interpretare i segnali , che spesso risultano contraddittori e difficili da capire;

·    individuare le modalità di intervento più idonee al singolo bambino, permettendo così un’autentica individualizzazione dei percorsi formativi centrata sulle reali necessità di ciascuno;

·     elaborare un contesto  psicopedagogico in cui il bambino possa trovare stimoli adeguati e risposta alle proprie esigenze di sviluppo e di crescita;

·     sottoporre a continua verifica l’atteggiamento pedagogico delle educatrici.

L’osservazione del bambino va compiuta nel senso di una totale disponibilità  da parte degli educatori a cogliere ed accogliere la realtà del bambino così come essa si esprime, senza rapportarla ad un modello ideale  e senza  anticipare interpretazioni e definizioni dei comportamenti del bimbo.

Questo perché ogni bambino è diverso da altri e va colto nella sua specificità.

L’osservazione è uno strumento dinamico e flessibile  che accompagna l’attività educativa in ogni momento e che consente di tenere costantemente sotto controllo il rapporto educativo con il bambino e con l’adulto.

L’osservazione del bambino può essere :

·         di carattere sistematico (es. durante inserimento, attività strutturate)

·         di carattere occasionale ( es.attività libere , giochi preferiti dal bambino)

 

L’osservazione del bambino e della coppia madre-bambino è uno degli elementi che caratterizzano il periodo dell’inserimento come realmente significativo dal punto di vista educativo. Inizialmente, l’educatrice si pone come osservatrice della relazione madre-bambino per conoscere entrambi e capire quale stile educativo il bambino sia abituato, quale tipo di interazione e gioco preferisca.

Solo successivamente l’educatrice potrà entrare in interazione, dapprima con la coppia e poi principalmente con il bambino, mantenendo la figura materna quale mediatrice della relazione.

Situazione privilegiata per l’osservazione del bambino è il gioco: dall’osservazione del gioco, solitamente possiamo trarre importanti informazioni sulla vita emotiva del bambino, sui suoi modelli familiari, sulla capacità di “far finta”, sulla ricchezza e sulla vivacità della sua vita emotiva. Per registrare  tutte le osservazioni  e fare il punto sui progressi del bimbo, si possono utilizzare a metà anno delle griglie di osservazione, utili anche per poter affrontare i colloqui individuali con le famiglie  a metà anno ( febbraio/marzo).

Invece durante l’anno le educatrici registrano in diari personali le osservazioni sui bimbi e compilano settimanalmente il “quaderno di collegamento” ( nido/famiglia), molto utile e molto gradito anche alle famiglie.

In conclusione, il  percorso da utilizzare, in cui osservazione e progettazione  si uniscono, consente di conoscere la realtà in cui si opera, di calibrare l’intervento educativo, di modificarlo tempestivamente, in sintonia  con il contesto di continuo cambiamento in cui  si è immerso al nido, di verificare la validità e l’efficacia.

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